martedì 28 agosto 2012

Io stella

Vorrei essere una stella, 
anche l'ultima e la più misera 
per poter brillare in cielo e vederti 
e farti caldo dietro al cuore e tirarti fuori. 
vorrei darti qualche giorno della mia anima 
per stare meglio 
ma non mi hanno detto come si fa 
e forse non sono energie trasferibili. 
mi afferra allo stomaco 
la notizia del tuo malessere 
e muto 
e senza fiato 
sto qui a scriverti. 
Vorrei consigliarti qualcuna 
delle mie medicine 
per ritrovare la pace. 
Ne sto usando due 
la fotografia di muri stracciati 
dove riconoscere i miei pensieri 
e l'apprendimento del suono del clarinetto 
che tira fuori da me 
tonnellate di aria mefitica. 
Ma mi dirai che l'aria non si può pesare 
e io ti dirò che però 
sento la puzza della mefite che esce 
e i polmoni alleggerirsi e restaurarsi. 
Io non sono ancora bravo a suonare 
e nemmeno mediocre. 
sono un fanciullo all'asilo della musica 
ma se può serviti 
vengo da te 
e ti suono una nota lunga 
sulle spiagge di quarzo 
che tanto amiamo. 
Ti amo come una luce.

A Savina
28/8/12

venerdì 20 luglio 2012

Aghi sull'asfalto per S.D.M.

Spuntati sono gli aghi
che uso per cucirmi dentro
fanno male
ma entrano ed escono
sicuri


Ti ricordi  a Cagliari
ti dissi che stavo
in ginocchio 
e a faccia a terra
era vero
ero prostrato e senza fiato


sono scivolato lento
a pancia a terra
e la faccia girata di lato
per poter respirare ancora
nell'acqua dell'asfalto


e lì per terra
sono riuscito a tenere aperto
per far entrare e uscire fiati
e sentire venti
anche debolissimi


la mano era ancora viva
e ha potuto tenere
la mia camera delle immagini
e ci ho respirato dentro


il cuore anche
era ancora vivo
e la luce ha fatto il suo
accecante sui muri di Lecce


sono riuscito a sollevarmi
aggrappandomi a quei chiodi
storti come me
e ora sono qui
debole ma in piedi
che guardo lontano 
con gli occhi socchiusi


e ti tendo la mano
e voglio che ti alzi
e ricominci a volare
alta come solo tu sai fare


Di me non curarti
quando sarai in alto
tu devi volare
sopra


Ico per Savina 20/7/2012

venerdì 6 aprile 2012

Dal silenzio mio al silenzio tuo. Per sempre. (per non morire di genere)


Dal silenzio mio 
al silenzio tuo. 
Per sempre.

E io sto zitta 
quando sento le tue urla 
attraverso queste pareti di cartone 
che ci dividono però
come muri di pietra
e il tuo pianto
e il rumore della tua faccia
che urta contro uno schiaffo
nei giorni fortunati
e contro un cazzotto
in quelli bui.

E io sto zitto
quando arriva la voce di lui
che ti insulta
"puttana"
e ti soffoca l'aiuto nei denti.

E noi staremo zitti
domani mattina
quando ti scontreremo 
viola sulle scale
con gli occhiali da sole
per mettere a scuola i bambini
in un giorno di pioggia.

E dopo finalmente 
poter tornare a casa da sola
e concederti il tuo solo lusso
piangere
senza che nessuno ti colpisca
e nessuno ti veda
e nessuno ti senta.

Così, da sola
in questo silenzio nostro
che ti distenderà sul marmo 
nel giorno stesso in cui
non griderai più dolore
ma sussurrerai BASTA.

Allora verremo tutte e tutti
a salutarti gelida
se potremo guardarti
e ti deporremo vicina alle sorelle
che già prima avevamo salutato
in una fila scomposta 
e senza fine
invisibili e finalmente mute.

E quanto ancora resteremo
in questo silenzio
ad aspettare altri marmi
che ci chiuderanno fuori sicuri
che noi no,
noi non potevamo far niente
per salvarle.

Se solo queste pareti di cartone
potessero prendere vita per un attimo
esse 
ci sputerebbero in faccia.


13/3/12

lunedì 13 febbraio 2012

A Magda


Se qualcuno ti fa fuori
sorella nostra
noi ti facciamo dentro
ti teniamo stretta
e non ti molliamo
che preziosa sei
nodo dei nostri
che facciamo la rete
e combattiamo i buchi
riposati pure ora
passando le tue mani lisce
sui nostri fili
e se senti un piccola musica 
siamo noi che ti sorridiamo
e suoniamo per te


ti vogliamo bene Ico e paola

domenica 5 febbraio 2012

Fare branco

Da Antonia Api per Antonia Api ad Antonia Api
(questo il suo testo)


fare branco


quanti erano? rispondi!
non ricordi? non sai? non hai contato?
non hai distinto?!
allora c’è ben poco da fare
del resto, hanno già fatto tanto su di te
ma tu non parli, non dici
tutto, tutto ciò che vorrei sapere
per bloccarli, dopo.
per fermarli, dopo.
per evirarli…mai.
dimmi, devi dirmi tutto
se vuoi che il branco paghi
tanto non pagherà
non paga nessuno il Danno
se hai dodici anni e mezzo
puoi sempre buttarti dal quinto piano
tuo padre non farà mai in tempo a fermarti
se ne hai qualcuno di più, di anni,
starai silenziosa e tremante
ad ogni incontro
oppure nessun incontro, solo pareti spoglie
come te, allora…
dimmi!
non basta quello che hai già detto
non bastano ferite strappi lividi
un utero che non genererà mai
( ti hanno trasformata in un buco a perdere…)
devo dare una sentenza, lo capisci?
io, maschio (anche femmina, perchè no?), giudice,
gestore della vita altrui, ora la tua,
che non sarai mai gestante
devo giudicare se è più grave
che ti abbia privato di te uno solo, uno
o tanti, a turno o insieme o in fila
provi dolore, se parlo così?
non sai ancora quanto dolore avrai
quando scriverò sul tuo corpo
la mia sentenza
ti graffierò sottilmente il cuore
inciderò sul tuo sangue rimasto
anche su quello appena coaugulato, si!
( non come il mio rosso porporato)
continuerò, Io Puro Saggio e Inappellabile
a strappare lembi di pelle appena ricuciti
a premere forte sulla spalla fratturata
nel punto esatto che tu dici
‘mi tenevano forte le braccia, non potevo muovermi…’
sarà vero, certo ma non mi basta
neanche se ti avessero ammazzata
(oddio, un problema in meno!
tutto questo dire non ci sarebbe stato…
aspetta, devo bere un sorso d’acqua, ho la gola asciutta)
no, non come la tua!
la tua, a ben pensarci, non era neanche più una gola
ti hanno spezzato le corde vocali
non parli più, non dici più, non dici quello che mi serve
per cambiare inchiostro alla penna!!!

4/2/12

(questa la mia risposta)

E allora la leggerò io per te
e la leggerò a voce alta
in nome di tutti quelli maschi
che imbrattano il mondo
e ci lasciano soli
e senza speranza
la leggerò a voce alta
ché non tutti siamo uguali
e non tutti sentiamo l’animale
se posso fare qualcosa
per fermare questo mondo
la farò con i versi tuoi
e con i loro lamenti
e le viscere squartate
a voce alta
ché loro di alto non hanno nulla
e di basso nemmeno
passano sulla storia
lasciando una scia lurida di bava
e sabbia nera
e tante sorelle mie in sangue
con il freddo dentro
che non si scalderà mai più
lasciano sole
e questi versi passeranno
di cuore in cuore
piano
muovendo l’aria in una corrente leggia
che non basterà a fare fresco
dentro c’è puzza di zolfo
che sale dall’inferno
e all’inferno li riporti
lasciando qui
le sorelle mie di sangue fatte
le lasciano qui mute
in quest’altro inferno
di sguardi diffidenti
e lontani
Ico Gasparri
4/2/12