Vorrei essere una stella,
anche l'ultima e la più misera
per poter brillare in cielo e vederti
e farti caldo dietro al cuore e tirarti fuori.
vorrei darti qualche giorno della mia anima
per stare meglio
ma non mi hanno detto come si fa
e forse non sono energie trasferibili.
mi afferra allo stomaco
la notizia del tuo malessere
e muto
e senza fiato
sto qui a scriverti.
Vorrei consigliarti qualcuna
delle mie medicine
per ritrovare la pace.
Ne sto usando due
la fotografia di muri stracciati
dove riconoscere i miei pensieri
e l'apprendimento del suono del clarinetto
che tira fuori da me
tonnellate di aria mefitica.
Ma mi dirai che l'aria non si può pesare
e io ti dirò che però
sento la puzza della mefite che esce
e i polmoni alleggerirsi e restaurarsi.
Io non sono ancora bravo a suonare
e nemmeno mediocre.
sono un fanciullo all'asilo della musica
ma se può serviti
vengo da te
e ti suono una nota lunga
sulle spiagge di quarzo
che tanto amiamo.
Ti amo come una luce.
A Savina
28/8/12
martedì 28 agosto 2012
venerdì 20 luglio 2012
Aghi sull'asfalto per S.D.M.
Spuntati sono gli aghi
che uso per cucirmi dentro
fanno male
ma entrano ed escono
sicuri
Ti ricordi a Cagliari
ti dissi che stavo
in ginocchio
e a faccia a terra
era vero
ero prostrato e senza fiato
sono scivolato lento
a pancia a terra
e la faccia girata di lato
per poter respirare ancora
nell'acqua dell'asfalto
e lì per terra
sono riuscito a tenere aperto
per far entrare e uscire fiati
e sentire venti
anche debolissimi
la mano era ancora viva
e ha potuto tenere
la mia camera delle immagini
e ci ho respirato dentro
il cuore anche
era ancora vivo
e la luce ha fatto il suo
accecante sui muri di Lecce
sono riuscito a sollevarmi
aggrappandomi a quei chiodi
storti come me
e ora sono qui
debole ma in piedi
che guardo lontano
con gli occhi socchiusi
e ti tendo la mano
e voglio che ti alzi
e ricominci a volare
alta come solo tu sai fare
Di me non curarti
quando sarai in alto
tu devi volare
sopra
Ico per Savina 20/7/2012
che uso per cucirmi dentro
fanno male
ma entrano ed escono
sicuri
Ti ricordi a Cagliari
ti dissi che stavo
in ginocchio
e a faccia a terra
era vero
ero prostrato e senza fiato
sono scivolato lento
a pancia a terra
e la faccia girata di lato
per poter respirare ancora
nell'acqua dell'asfalto
e lì per terra
sono riuscito a tenere aperto
per far entrare e uscire fiati
e sentire venti
anche debolissimi
la mano era ancora viva
e ha potuto tenere
la mia camera delle immagini
e ci ho respirato dentro
il cuore anche
era ancora vivo
e la luce ha fatto il suo
accecante sui muri di Lecce
sono riuscito a sollevarmi
aggrappandomi a quei chiodi
storti come me
e ora sono qui
debole ma in piedi
che guardo lontano
con gli occhi socchiusi
e ti tendo la mano
e voglio che ti alzi
e ricominci a volare
alta come solo tu sai fare
Di me non curarti
quando sarai in alto
tu devi volare
sopra
Ico per Savina 20/7/2012
venerdì 6 aprile 2012
Dal silenzio mio al silenzio tuo. Per sempre. (per non morire di genere)
Dal
silenzio mio
al silenzio tuo.
Per
sempre.
E
io sto zitta
quando
sento le tue urla
attraverso queste pareti di cartone
che
ci dividono però
come
muri di pietra
e
il tuo pianto
e
il rumore della tua faccia
che
urta contro uno schiaffo
nei
giorni fortunati
e
contro un cazzotto
in
quelli bui.
E io sto zitto
quando
arriva la voce di lui
che
ti insulta
"puttana"
e
ti soffoca l'aiuto nei denti.
E
noi staremo zitti
domani
mattina
quando
ti scontreremo
viola sulle scale
con
gli occhiali da sole
per
mettere a scuola i
bambini
in
un giorno di pioggia.
E dopo finalmente
poter
tornare a casa da sola
e
concederti il tuo solo lusso
piangere
senza
che nessuno ti colpisca
e
nessuno ti veda
e
nessuno ti senta.
Così, da sola
in
questo silenzio nostro
che
ti distenderà sul marmo
nel
giorno stesso in cui
non griderai più dolore
ma sussurrerai BASTA.
Allora
verremo tutte e tutti
a
salutarti gelida
se
potremo guardarti
e
ti deporremo vicina alle sorelle
che già prima avevamo salutato
in una
fila scomposta
e
senza fine
invisibili e finalmente mute.
E
quanto ancora resteremo
in
questo silenzio
ad
aspettare altri marmi
che
ci chiuderanno fuori sicuri
che
noi no,
noi
non potevamo far niente
per
salvarle.
Se
solo queste pareti di cartone
potessero
prendere vita per un attimo
esse
ci sputerebbero in faccia.
13/3/12
lunedì 13 febbraio 2012
A Magda
Se qualcuno ti fa fuorisorella nostranoi ti facciamo dentroti teniamo strettae non ti molliamoche preziosa seinodo dei nostriche facciamo la retee combattiamo i buchiriposati pure orapassando le tue mani liscesui nostri filie se senti un piccola musicasiamo noi che ti sorridiamoe suoniamo per teti vogliamo bene Ico e paola
domenica 5 febbraio 2012
Fare branco
Da Antonia Api per Antonia Api ad Antonia Api
(questo il suo testo)
fare branco
quanti erano? rispondi!
non ricordi? non sai? non hai contato?
non hai distinto?!
allora c’è ben poco da fare
del resto, hanno già fatto tanto su di te
ma tu non parli, non dici
tutto, tutto ciò che vorrei sapere
per bloccarli, dopo.
per fermarli, dopo.
per evirarli…mai.
dimmi, devi dirmi tutto
se vuoi che il branco paghi
tanto non pagherà
non paga nessuno il Danno
se hai dodici anni e mezzo
puoi sempre buttarti dal quinto piano
tuo padre non farà mai in tempo a fermarti
se ne hai qualcuno di più, di anni,
starai silenziosa e tremante
ad ogni incontro
oppure nessun incontro, solo pareti spoglie
come te, allora…
dimmi!
non basta quello che hai già detto
non bastano ferite strappi lividi
un utero che non genererà mai
( ti hanno trasformata in un buco a perdere…)
devo dare una sentenza, lo capisci?
io, maschio (anche femmina, perchè no?), giudice,
gestore della vita altrui, ora la tua,
che non sarai mai gestante
devo giudicare se è più grave
che ti abbia privato di te uno solo, uno
o tanti, a turno o insieme o in fila
provi dolore, se parlo così?
non sai ancora quanto dolore avrai
quando scriverò sul tuo corpo
la mia sentenza
ti graffierò sottilmente il cuore
inciderò sul tuo sangue rimasto
anche su quello appena coaugulato, si!
( non come il mio rosso porporato)
continuerò, Io Puro Saggio e Inappellabile
a strappare lembi di pelle appena ricuciti
a premere forte sulla spalla fratturata
nel punto esatto che tu dici
‘mi tenevano forte le braccia, non potevo muovermi…’
sarà vero, certo ma non mi basta
neanche se ti avessero ammazzata
(oddio, un problema in meno!
tutto questo dire non ci sarebbe stato…
aspetta, devo bere un sorso d’acqua, ho la gola asciutta)
no, non come la tua!
la tua, a ben pensarci, non era neanche più una gola
ti hanno spezzato le corde vocali
non parli più, non dici più, non dici quello che mi serve
per cambiare inchiostro alla penna!!!
4/2/12
(questa la mia risposta)
4/2/12
(questa la mia risposta)
E allora la leggerò io per te
e la leggerò a voce alta
in nome di tutti quelli maschi
che imbrattano il mondo
e ci lasciano soli
e senza speranza
la leggerò a voce alta
ché non tutti siamo uguali
e non tutti sentiamo l’animale
e la leggerò a voce alta
in nome di tutti quelli maschi
che imbrattano il mondo
e ci lasciano soli
e senza speranza
la leggerò a voce alta
ché non tutti siamo uguali
e non tutti sentiamo l’animale
se posso fare qualcosa
per fermare questo mondo
la farò con i versi tuoi
e con i loro lamenti
e le viscere squartate
a voce alta
ché loro di alto non hanno nulla
e di basso nemmeno
passano sulla storia
lasciando una scia lurida di bava
e sabbia nera
e tante sorelle mie in sangue
con il freddo dentro
che non si scalderà mai più
lasciano sole
per fermare questo mondo
la farò con i versi tuoi
e con i loro lamenti
e le viscere squartate
a voce alta
ché loro di alto non hanno nulla
e di basso nemmeno
passano sulla storia
lasciando una scia lurida di bava
e sabbia nera
e tante sorelle mie in sangue
con il freddo dentro
che non si scalderà mai più
lasciano sole
e questi versi passeranno
di cuore in cuore
piano
muovendo l’aria in una corrente leggia
che non basterà a fare fresco
dentro c’è puzza di zolfo
che sale dall’inferno
e all’inferno li riporti
lasciando qui
le sorelle mie di sangue fatte
le lasciano qui mute
in quest’altro inferno
di sguardi diffidenti
e lontani
di cuore in cuore
piano
muovendo l’aria in una corrente leggia
che non basterà a fare fresco
dentro c’è puzza di zolfo
che sale dall’inferno
e all’inferno li riporti
lasciando qui
le sorelle mie di sangue fatte
le lasciano qui mute
in quest’altro inferno
di sguardi diffidenti
e lontani
Ico Gasparri
4/2/12
4/2/12
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