giovedì 19 settembre 2013

graziATM




E la memoria ci venne in soccorso e ci ricordò.

Del resto è il suo mestiere, della memoria, farci ricordare.

La memoria è silenziosa

parla molto piano

e per intendere cosa ci sta dicendo

dobbiamo avere le mente libera

senza bozzoli di cotone.

Allora le chiesi di parlarci

con una musica forte e pizzicante

affinché saltassero

i tappi anche a quelle

che non volevano sentire

e lei mise la musica

ma i tappi non saltarono

e le menti ci apparvero immobili

sedute nella stanza

dai divani rossi.


Ico Gasparri

18 settembre 2013


collegata al video graziATM pubblicato sul blog www.iononcomprosessismo.blogspot.com

domenica 23 giugno 2013

Mi mancate


Mi mancate, Donne di Bollate
mi mancate con tutte le vostre ferite aperte
e la vostra umana presenza
mi mancate da un giorno e mi sento vuoto
non avrei pensato a questo
non avrei saputo
sento le risate
le voci e le parole scomposte
l'onore di dividere a metà 
la storia mia in questi giorni 7
e il vitto urlato
e i pensieri muti
mi mancate Donne di Bollate
come sorelle e madri
come portatrici di colpe
e maestre di respiro
scarpe colorate
e vesti comuni ma di festa
e sguardi da fuori alla porta
e sarde che escono dal forno
come per la tavola del re
e mani che tessono nodi
mi mancate con il tremore vostro ordinato
davanti ai leoni puliti
che sono entrati in sartoria
per primi
per voglia 
per rinascita
usciremo tutte insieme
da questi dolori che stracciano
ci guarderemo negli occhi ancora una volta
oggi 
e dopo e dopo
dopo 
continueremo a cercarci
a pensarci
a lasciar passare i giorni sui fili rossi
di questa trama bollente
e smonteremo infine 
solo stupidi bulloni di ferro
ma di ferro terremo unite
le nostre mani dolci 
bagnate delle lacrime che abbiamo speso
su questo banco di pegni
immobile
che non paga
e non ci farà felici


Milano 23 giugno 2013

per le Donne e gli Uomini di Bollate

lunedì 17 giugno 2013

La corda greca


Piango insieme a te sorella greca 
e le lacrime mi bagnano le dita che stringo alle tue.
Piango per il tuo dolore che è mio e lo sarà sempre
ogni volta che saremo chiamati a soffrire 
e soffriremo senza poter far altro che piangerci sulle dita
ma queste dita scrivono piene di lacrime
e le lacrime non fermano le parole
e questa disperazione diventa, sorella mia, 
una corda che ci unirà sempre
in ogni ora e in ogni paese
una corda tesa e forte come quelle del tuo violino
che ci farà vibrare
e ci unirà ancora
e ancora
e ancora
tu continua a suonare
insieme vinceremo

giovedì 30 maggio 2013

30 maggio 2013 per due voci mute



Scritto da Savina Dolores Massa

Questo maggio potrebbe essere un parto
della schiena in strazio di Frida Kahlo
o la raucedine di un corvo che non trova
una nuvola bianca che gli stormenti la voce.
Questo maggio che non dedico a nessuno
neppure a chi vi nacque, lo sguardo agitato
i desideri del cammino esploso in risa,
questo maggio.
I miei doni, senza carta e fiocchi
tu potrai prenderli a mani piene
con il rischio di trovarti solo polvere
risucchiata dalle unghie.
Queste parole zoppe scaturiscono dai capelli
si adagiano sulla lingua, baciano
di bacio senza saliva, chiedono perdono
per aver perduto l’immaginazione
tanto cara a entrambi, e quel clarino
mi grida dentro l’assenza della mia presenza
in conforto. Un gelato. Un passo. Uno scatto.
I tuoi scatti diventanti come le mie parole:
così soli da non essersi più sopportati dallo sguardo.

S.D.M.

30 maggio 2013


Scritto da Ico Gasparri

e io ti adoro
dal profondo di questa schiena sofferente
e di questa lingua che si attacca.
Sempre soli ci sentiamo
con questa sabbia che ci prude sotto le unghie
e non passa nemmeno con l'acqua
anzi
si impasta e si gonfia
soffrendoci silenziosa.
Ma tu ed io non siamo sempre soli
mille pensieri caldi
volano sulle nostre palpebre
e ci baciano
nonostante il trucco distrutto
e le lacrime tenute
ci baciamo le mille persone che ci amano
e che hanno sentito la forza delle tue parole magiche
e delle mie immagini continue
ci baciamo perché abbiamo regalato loro qualcosa
che ha fatto loro del bene
e stanno ad aspettarne altre
ma abbassano lo sguardo
perché sanno che potrebbero non venirne.
E noi due ora siamo seduti
su questo gradino inferiore
a guardare il mondo
a pochi centimetri da terra
vicini e muti
ma facciamo ancora
molta
molta
attenzione
a non finire miseramente
col culo per terra.
Ti amo
Ico
30 maggio 2013