lunedì 13 ottobre 2008

esci fuori piccolo fiore


esci fuori piccolo fiore
tu che puoi vincere in silenzio
la compagnia delle stelle
nel silenzio dell'acropoli
tu che puoi cantare sottovoce
la ninna nanna dei grilli
esci piccolo fiore
che io non ho la tua forza
fallo per me
racconta alle pietre spaccate
che con un piccolo cuore
si vincono mille battaglie

sabato 13 settembre 2008

l'arte dell'artista


a che serve quest'arte dell'artista
cosa posso fare con questa macchinetta spuntata
come parlo al cuore di chi perde
è troppo in alto
il bordo del mondo
per me che mi arrampico
in silenzio
su questa scala senza pioli

14/3/08 inviata a Paola

sabato 21 giugno 2008

Il parco-non-giochi / 11


giù le mani brutto porco
se mi tocchi io mi sporco
mi volevo conservare
e un bel giorno fidanzare
c’è un ragazzo che mi piace
il suo viso mi da pace
anche qui sotto le bombe
dentro il fango e l’ecatombe
se lo penso faccio i salti
e l’aspetto sugli spalti
osservando da lontano
la milizia e l’aeroplano
aspettavo che tornasse
e la corte mi facesse
ero pronta emozionata
risplendeva la giornata
ora tu ti pari avanti
e il futuro me lo schianti
vorrei ucciderti selvaggio
ma mi manca il suo coraggio
chiudo gli occhi e tengo forte
non ti apro le mie porte
prendi pure la mia carne
ma d’amore non cercarne
il mio amore tornerà
e il tuo cuore strapperà
lo terremo sopra un’asta
per gridare al mondo BASTA
lo faremo gocciolare
sulla terra a palpitare
solo allora capirai
che di forza non ne hai
la violenza porta male
tu sei sporco sei un maiale

23/3/07
ispirata dallo spettacolo di E.De luca e G.Testa Quichotte del 22/3/07

Giovanna di ritorno da Auschwitz


a piccoli passi
e come potresti avanzare a passi più grandi?
devi forse stare ferma addirittura
sì ferma
addirittura
per sentire il rumore dell'uomo
quando assomiglia alla bestia
e la risata dei maligni
quando i buoni guardano in silenzio
allora siediti
giovanna
appena entrata nel campo
siediti sulla pietra di legno
sulla prima che incontri
e piangi senza ritegno
piangiti addosso
che senza ritegno fu la vergogna
e a nulla servì lo scempio
che ancora ne vediamo noi moderni
e non abbiamo più nemmeno il coraggio
di piangerci addosso

ico 21/6/08

martedì 20 maggio 2008

la scala fenicia


la tua treccia
è sorella della Scala Fenicia
portò il mio sguardo
fin su alla rocca
e quando fui arrivato in alto
guardai giù a precipizio
si vedevano pochi capelli
coraggiosi e sfacciati
che uscivano dal ramo trecciuto
così come sparsi rami e fronde
bucavano l’aria sospesa sui gradini
e… in fondo
da una parte
il merletto nero
delle tue mutandine
dall’altro gli scogli
e il mare di schiuma

la donna e l'uva / 5


un'ombra un'ombra ti segue perenne
e ti rende leggera
ma è un trucco!
un'ombra è sempre un trucco
un finto presepe che si smonta col sole
un'ombra non è mai una vita
è solo un miserabile trucco
e allora tu che fai?
esci dall'ombra e te ne vai!

18/6/06

lunedì 19 maggio 2008

la donna e l'uva / 20


per sentire davvero
quello che senti tu
dovrei avere i tuoi stessi piedi
e la tua stessa pelle
e accarezzare questi figli dell’uva
che escono da te come una voglia
che ti fanno baccante e menade
e Dioniso stessa
tu donna e l’uva
prendete il timone
e comandate questo mondo

milano, 26/6/06

domenica 11 maggio 2008

il carro e il fiore


quant’è armato questo carro
da vicino è un po’ bizzarro!
se mi passa pian pianino
gli darò un bel bacino
e se mi vedrà l’omino
gli darò un fiorellino
sussurrando per benino
non sparare al fratellino

9/8/06

Scivola scivola


scivola scivola
vecchia formica
solo tu mi fai da amica
se ti parlo non capisci
ma il mio grano lo gradisci
ora è un po’ che ci ripenso
questa storia non ha senso
avrei voglia mia formica
di una bimba come amica

9/8/06

lunedì 28 aprile 2008

Odissea minima 1999


ogni piccolo gesto
racconta una piccola storia
e compone un frammento del ritorno
Sud è un racconto del ritorno
con il dolore
e la malinconica nostalgia
un ritorno piccolo e silenzioso
quasi muto
un'Odissea minima
che vive di piccoli gesti
siediti allora
su un piccolo muro
e ascolta il tuo ospite
che racconta di altri ritorni
e di te
che non torni
ma l'ascolti sotto le vesti
di un altro scampato
quanti piccoli Scamandri
corrono in piccole piane
e arrivano al mare
rossi di sangue
ma qui l'Odissea è minima
e i torrenti portano sospiri
le Sirene parlano piano
sulle soglie di case assolate
e non incantano più Nessuno
E Odisseo senza più compagni
si ferma da Circe
la guarda e non parla
le sorride
riparte
e come mille e mille e mille anni fa
cosa fa il padre
quando il grande figlio torna a casa?
in silenzio
lavora la terra
18 settembre 1999

domenica 27 aprile 2008

Tre volte sono troppe


tre volte sono troppe
anche a te che sei migrante
chiusa è la nostra terra
forte la tua speranza
non ti conosco fratello
sento solo il tuo sorriso
i tuoi denti che fischiano piano
avanzando sulla spiaggia tua
la nostra spiaggia non ha colpe
è piena di sogni andati a pezzi
e di giorni senza luce
perdona almeno la nostra spiaggia
che è uguale alla tua
almeno questo
lei non ha colpe

per uno zio lontano
di nicola


ico

venerdì 18 aprile 2008

Il giorno in cui uccidemmo le Sirene


Quando vidi le Sirene per la prima volta
Fu anche l’ultima
Stavano appollaiate sugli scogli di Ièranto
come fossero cavalieri su scomodi cammelli
Non pensavano affatto a me né ai miei naviganti
Avrei dovuto farmi legare come mi aveva detto Tiresia
Ma non mi sembrava necessario
Erano due più vecchie su uno scoglio
E una giovane su quello di fronte
Le due parlavano tra di loro
Ma al tempo stesso con l’altre
rivolgendosi a lei con grande rispetto.
Da lontano coglievamo poco delle parole che volavano tra di loro
sulla spuma e tra gli orecchi
Qualche voce cadeva fino a noi
Ma niente capivamo
navigavamo con le vele basse per non dare nell’occhio
E nell’occhio non davano
Perché quelle non ci guardavano affatto
Ma perché tutto era così diverso dal mio racconto del futuro
Che cosa avevo ascoltato allora?
Cosa mi aveva raccontato quell’uomo dai mille saperi?
Ma poi era davvero tutto così diverso?
L’attenzione a noi uomini piccoli era veramente distratta?
E no!
Quando una di quelle parole cadde finalmente al livello dell’acqua
Sentii distintamente
“Odisseo”
quelle tre gallinacce distratte stavano parlando di me
quando me ne accorsi la nave era ormai tra gli scogli
scura nell’ombra del sole calante
fatta apposta per noi dalla cima dell’isola di fronte
da lì mi arrivò benigno un profumo acre e sottile
il profumo ignoto dei fiori di capri
e mi diede coraggio, unendosi alla miscela di morte che quella parola
aveva gettato nelle nostre vene
tutti l’avevamo sentita e tremavamo ancora:
“Odisseo”
troppo tardi sarebbe stato
per sciogliere la cera nelle orecchie
e per farsi legare al palo
troppo tardi per cercare di non finire carcassa
sugli scogli verdi bianchi d’umane poltiglie.
Fu l’isola a salvarci
Perché quando ormai la paura ci aveva reso innocenti
Il sole spuntò tra le due punte dell’isola capria
Scheggiò lo specchio di mare sotto le pennute
e ci mise in una luce terribile
gettandoci nelle braccia del sole
non ci fu bisogno di parlare coi miei naviganti
dalla stiva trassero gli archi e puntammo lassù
ammazzammo le sirene con tre frecce soltanto
distruggemmo il mito feroce
e portammo la pace nel golfo dei morti
aprimmo la via a milioni di vivi
che vi avrebbero trovato fortuna
ammazzammo le sirene per volere del fato stesso
che le aveva create
e aveva deciso d’un tratto e per mano nostra
incosciente disgraziato
di fare dell’isola un paradiso
liberandola per sempre
dalle guardiane meschine.


ico gasparri
16/12/026

lunedì 14 aprile 2008

Marocco 1988/3


quant’è lunga la storia?
quant’è verde questa pianta!

Marocco 1988/2


strade
vicoli
strade
vicoli
strade
vicoli
Marocco!

Marocco 1988/1


dalla vasca immobile nel marmo
non esce nulla
puoi aspettare cent’anni
esce solo silenzio
e musica
e suoni
e luce
e pace

poesia per te

queste sono le nuvole
dell'inverno che s'ammolla
della primavera
che sale le scale
dello sguardo di un uomo
che guarda lontano
sorridendo in silenzio
per non farsi scoprire

5/2/07 andando a genova