Questo
maggio potrebbe essere un parto
della
schiena in strazio di Frida Kahlo
o la
raucedine di un corvo che non trova
una
nuvola bianca che gli stormenti la voce.
Questo
maggio che non dedico a nessuno
neppure
a chi vi nacque, lo sguardo agitato
i
desideri del cammino esploso in risa,
questo
maggio.
I miei
doni, senza carta e fiocchi
tu
potrai prenderli a mani piene
con il
rischio di trovarti solo polvere
risucchiata
dalle unghie.
Queste
parole zoppe scaturiscono dai capelli
si
adagiano sulla lingua, baciano
di
bacio senza saliva, chiedono perdono
per
aver perduto l’immaginazione
tanto
cara a entrambi, e quel clarino
mi
grida dentro l’assenza della mia presenza
in
conforto. Un gelato. Un passo. Uno scatto.
I tuoi
scatti diventanti come le mie parole:
così
soli da non essersi più sopportati dallo sguardo.
S.D.M.
30
maggio 2013
Scritto
da Ico Gasparri
e io
ti adoro
dal
profondo di questa schiena sofferente
e di
questa lingua che si attacca.
Sempre
soli ci sentiamo
con
questa sabbia che ci prude sotto le unghie
e non
passa nemmeno con l'acqua
anzi
si
impasta e si gonfia
soffrendoci
silenziosa.
Ma tu
ed io non siamo sempre soli
mille
pensieri caldi
volano
sulle nostre palpebre
e ci
baciano
nonostante
il trucco distrutto
e le
lacrime tenute
ci
baciamo le mille persone che ci amano
e che
hanno sentito la forza delle tue parole magiche
e
delle mie immagini continue
ci
baciamo perché abbiamo regalato loro qualcosa
che
ha fatto loro del bene
e
stanno ad aspettarne altre
ma
abbassano lo sguardo
perché
sanno che potrebbero non venirne.
E noi
due ora siamo seduti
su
questo gradino inferiore
a
guardare il mondo
a
pochi centimetri da terra
vicini
e muti
ma
facciamo ancora
molta
molta
attenzione
a non
finire miseramente
col
culo per terra.
Ti
amo
Ico
30
maggio 2013