lunedì 6 settembre 2010

piccola stella

sei già tramontata piccola stella
in questo cielo incerto della nostra città?
rigira la manovella delle costellazioni
e ritorna sopra il nostro orizzonte
io sono un aquilone leggero
che vola tra mille sussulti
con questo vento
che non mi lascia volare tranquillo
eppure mi culla e mia alza
e mi avvicina un poco alle stelle

domenica 25 luglio 2010

Prologo per l'Odissea minina


è grande il dolore di Odìsseo
è grande il dolore dei padri senza figli
e dei figli senza padri
e di queste terre abbandonate
restate mute alla partenza
orfane dei figli loro
custodi rassegnate 
delle case e delle spose
è grande il dolore
e più grande ancora e carogna 
è la solitudine che cresce sulle onde 
e scuce la rete
e ci lascia senza il nostro albero
piantato sulla sabbia di casa
sono pianti e folate di vento
che agitano il nostro mare
mentre la zattera fa finta di andare
ma è il mondo invece che ci gira sotto
noi restiamo in silenzio 
davanti alla barca vuota
e ai legni spezzati
e quando odisseo arriverà
troverà le porte chiuse 
e i fratelli distratti
e altre spose felici
sazie di doni
è grande il dolore di Odìsseo
quando la spiaggia ritorna la stessa di sempre
lontana da casa e dal cuore che gocciola
e la sposa non sa se aspettarlo
o piangere
o morire
ma la sposa ha nelle mani
la carezza di Odìsseo
e non può sputarla nel vento
la sposa ha i piedi piantati nella sabbia
guarda il mare che un giorno fu amico
e oggi crudele avversario
batte sui legni dove resta ben poco
e noi fratelli del fratello
sposi delle spose
padri dei figli
figli dei padri
lo guardiamo di traverso
lottare da solo
per non bagnarci gli occhi
e noi lo guardiamo da lontano 
per non sentirne la puzza
noi dovremmo guardarci invece da vicino
e scoprire che il cuore è arso
come le foglie dell'albero
che Odisseo ha lasciato sulla spiaggia 
e allora ci rivedremo coi piedi sulla sua zattera 
guardare l'orizzonte
e non vederci niente
domandare al vento e sentire risate
appoggiare l'orecchio e sentire sirene
allora il dolore di Odisseo
sarà il nostro dolore
e le spose ci abbracceranno 
e apriranno le porte.
25/7/2010

domenica 2 maggio 2010

Queste lacrime

ma cosa sono queste lacrime
che sempre più spesso
mi salgono
dallo stomaco agli occhi
Non le trattengo 
e nuotano sulla terra
della mia faccia
penso ad una confitta
che mi fa piangere
alla battaglia
e forse alla guerra
che tutti abbiamo perso
quando ci ritroviamo
ognuno animale
contro l'altro animale
senza più quel magnifico progresso
in cui gli uomini e le donne
della mia epoca
cioè del passato
avevano creduto e sperato
sono lacrime che salgono 
e scendono
quando intorno a me
avverto il battito di un cuore
che arriva sul campo
di questa battaglia-a-brandelli
e guarda lontano
come se l'orizzonte
si fosse squarciato
solo oggi
credendo di vedere il cielo
di un'altra terra
e di un altro teatro
più giusto e dolce
sono lacrime 
che restano calde
fino al momento in cui
ancora questi cuori
si fermano di battere
e allora
si faranno fredde
e si incolleranno
a questa mia faccia
di uomo

Il suono e il battito

Il nostro suono
sarà un battito (I.Fossati)
e il mio silenzio
sarà un tormento
vicino al tuo cuore
e alla tua domanda
"ma allora queste cose
non le penso solo io?"
ma io mia cara compagna
per mettermi a nudo
davanti a te
ho dovuto farmi forza
e ho dovuto trattenere
queste lacrime 
che mi forzavano gli occhi
ho dovuto credere che tu ci fossi
prima di saperlo davvero
e se tu non ci fossi stata?
se tu non ti fossi fatta
quella domanda 
spinta dalle tue lacrime calde
e sotterranee
allora il mio cammino 
in silenzio
sarebbe stato un precipizio
una chiusura della terra
su se stessa
la terra mia
che ora è anche tua
e allora
togliamoci le nostre quattro scarpe
e continuiamo a piedi nudi
come nudo deve restare
il tuo cuore
anche il tuo
non solo il mio.


(Scritta come ringraziamento per
Maria Cristina Koch e le altre persone presenti ieri sera
29 aprile 2010 alla casa di vetro di Milano) 

mercoledì 28 aprile 2010

Il silenzio non mi chiede niente

Il silenzio mi tiene compagnia
e non mi chiede niente
ma non vuole
che anch'io 
non gli chieda niente.
Parliamoci allora
silenzio mio
che ho voglia delle tue parole.


6/1/2010

Il cuore al muro



















Se metti l'orecchio molto vicino a questo muro
sentirai finalmente il silenzio.
A pochi millimetri dai resti gloriosi
di una pennellata rossa
sull'intonaco della Kashba
il rumore che c'è intorno a te
non riesce a penetrare.
E' proprio lì che io appoggio 
la mia ottica ubbidiente
e le chiedo di raccontare questo silenzio.
Per essere sicuro 
che il vuoto si percepisca meglio
sfoco il prima e il dopo
avanti e dietro alle righe di colore
e carico il mio cuore a speranza
ed emozioni che non so descrivere con le parole
ma che hanno molto a che vedere
con lo straniamento
e allora
scatto
sapendo che quello 
è il modo migliore 
per raccontare la mia Odissea minima
Le tracce del silenzio
Un tremito molto forte 
e potente
che mi squassa.
Dopo lo scatto torno tranquillo
e non posso più guardare quel muro.
Vengo risucchiato indietro
dal rumore
e vago come ubriaco
alla ricerca disperata
di altri silenzi ancora più muti.
Riguardo la scena tempo dopo
e riscopro il mio silenzio
ma lo scopro solo io!
Molti lo guardano
ma non riescono 
ad avvicinare il cuore al muro
e non rompono 
il muro del silenzio
e allora mi ritrovo solo
e spesso disperato.
A cosa servono 
questi silenzi fotografati
se il mondo vive nel rumore?
Io non trovo una risposta.


22/2/2010

martedì 13 aprile 2010

Il maschio angioino e la femmina di tutti




















mai così invasa
ti ho visto
mia napoli
di queste cartecce
colorate di femmine
aperte
offerte
zoccole
Che vogliono da te?
Perché ti trattano così male?
In silenzio resta la gente tua
e le tue donne tacciono
e il tuo sindaco femmina.
Avevano promesso
mai più violenza
di carta incollata
e io mai

ti avevo vista come oggi
coperta di brividi
tante tantissime
figurine a colori
di zoccole esposte
sui bastioni della marina
violata pure lei
E dovunque
Cosa puoi fare tu?
Non lo so più.
Napoli mia
prova a chiuderle
da sola
queste cosce.
Soffia forte su queste cartacce
e fai sparire tutte queste finte zoccole
dalla tua faccia.
Noi non riusciamo ad aiutarti
Non ancora.
2010 04 07

martedì 2 febbraio 2010

Artisti fratelli e sorelle


Sempre più spesso voglio il silenzio
sempre più spesso non trovo parole
il disagio del comune
mi bagna la testa
mi asciugo da solo
per non chiederti niente
ma quanto a lungo potrò restare
senza parlare con nessuno
quanto dovrà ancora durare
questo desolato silenzio
cerca le mie mani
non hanno mai fatto del male
ma coi tempi che corrono
nessuno le vuole